Fate il poco che potete; coltivate amorosamente tutte le care fanciulle, adempite con perfezione tutte le cose che avete per mano, e quando il Signore vorrà cose maggiori darà lumi ai Superiori e modi da poterle eseguire.
Nacque il pi? probabilmente nel 1869. Il nome “Bakhita” non ? il nome che le hanno dato suoi genitori. Quando ebbe circa sette anni, gli mercanti arabi di schiavi l’ebbero rapita dal suo villaggio nativo e la ebbero venduto come schiava. La piccola Sudanese visse tale trauma che dimentic? perfino il proprio nome. Per questo i mercanti le dessero un nome nuovo, chiamandola con ironia: Bakhita, che in arabo significa “fortunata”.
Fosse venduta pi? volte lungo il viaggio verso El Obeid e a Chartum, durante lungi dieci della sua schiavit? ha sperimentato l’angoscia delle umiliazioni fisiche e morali. I suoi proprietari l’hanno frustato per dei minimi errori. Un ricordo crudele di questo periodo le rimase il tatuaggio sulla sua pelle.
Lo ritagliavano sul corpo delle chiave e sulle fresche ferite mettevano sale. Le vittime svenivano dal dolore. La speranza di miglioramento della sorte di giovane Bakhita apparse quando la compr? a Chartum il console italiano Callisto Legnani. Per la prima volta dal giorno del suo rapimento Bakhita speriment? nei suoi confronti un trattamento umano. Si accorge con sollievo che non riceve pi? le frustate. Anzi, viene trattata con un affabile cordialit?. Quando il console fu revocato da Sudan per una situazione politica difficile, Bakhita assieme a lui arriv? in Italia. Sulla sua richiesta il console prese con lei anche altro sudanese che aveva riscattato dalla schiavit?.
In casa del signore Legnani negli attorni di Venezia, Bakhita conobbe pace, benevolenza e calore di famiglia, nonostante sempre sentiva la nostalgia per la sua famiglia che ha perso per sempre. Con la nascita della bambina Mimmina dei signori Legnani, Bakhita diventa la sua bambinaia e amica.
Per il tempo della trasferta – con il suggerimento del loro amministratore, Illuminato Checchini – i Legnani hanno affidato Bakhita assieme a Mimmina, alle Suore Canossiane presso l’Istituto del Neocatecumenato a Venezia.
? qua la giovane Africana chiede l’aiuto nel conoscere questo Dio cui da bambino “sentiva nel cuore non sapendo chi Egli ?”. Dopo alcuni mesi di catecumenato, all’et? di 21 anni, il giorno 9.01.1890r.Bakhita riceve il battesimo, la cresima e l’Eucaristia, e il nome nuovo, Giuseppina. poi, la vedevano spesso come baciava il battistero dicendo: “qui sono diventata figlia dio Dio!”
Quando la sign. Micheli ritorn? dall’Africa, per prendere la figlia e lei, essa decisamente e arditamente dimostr? la ferma volont? di rimanerci e servire Dio che le desse cos? molteplici prove del suo amore. Bakhita, giovane Africana pot? gioire della libert? di agire, assicurata dalla legge italiana. Rimase in catecumanato dove, gradualmente riconosceva la sua vocazione alla vita consecrata, dedicata pienamente a Dio.
8 dicembre 1896 Giuseppina Bakhita emesse i suoi primi voti e 10 agosto 1927 con la professione perpetua venne consacrata per sempre al suo Dio cui chiamava con una dolce espressione “mio Paron!”.
Divenne anche la figlia spirituale di santa Maddalena di Canossa.
Per quasi 50 anni adempiva svariati lavori in casa di Schio: faceva da cuoca, da lavandaia, da sartina, da sacerstana e da portinaia. Quando svolgeva il servizio di portinaia, le sue mani nere accarezzavano le testine dei bambini che frequentavano la scuola canossiana. La sua voce dolce son la specifica per gli Africani modulazione, piaceva ai bambini, ai poveri e sofferenti che bussavano la porta del portone. Essi si sentivano ben accolti da “Madre moretta”.
La sua umilt?, semplicit? e il sorriso sulla bocca, conquistarono i cuori degli abitanti di Schio, che dicevano di lei: la nostra madre moretta. Consorelle la rispettavano e amavano per la sua invariabile dolecezza e soavit?, per la sua cordiale bont? e un desiderio profondo di far conoscere Ges?. Arriv? la vecchiaia e assieme ad essa, una malattia dolorosa. Tuttavia Bakhita continuamente testimoniava la fede, la bont? e la speranza cristiana. A chi veniva a trovarla e chiedeva come stette, rispondeva: “cos? come vuole il Signore”.
Nel momento dell’agonia ancora una volta sperimentava queste giornate crudeli della sua schiavit? e pi? volte supplicava l’infermiera che le era accanto,: “allentatemi le catene, pesano!”. ? la Madonna che la liber? da questi tormenti. Le sue ultime parole erano esattamente: “Madonna! Madonna!”,mentre il suo sorriso rivelava l’incontro con la Madre del Salvatore. Giuseppina Bakhita ritorn? al Signore il giorno 8 febbraio 1947. nella casa a Schio, circondata dalle consorelle immerse nelle lacrime e nella preghiera. Molto presto vicino a casa si radun? una folla di persone per vedere per l’ultima volta la loro “santa Madre Moretta” e per supplicarla l’intercessione dal cielo.
la Divina Provvidenza che si prende cura “dei fiori dei campi e degli ucelli del cielo”, conduceva questa schiava attraverso molteplici e inesprimibili sofferenze, verso la libert? umana e verso la libert? della fede, fino alla dedizione di tutta la vita
a Dio e al Suo Regno.
Il processo di canonizzazione inizi? quasi trenta anni dopo la sua morte e 1.12.1978 la Chiesa dichiar? il decreto sulla eroicit? delle sue virt?.
Bakhita viene beatificata 17 maggio 1992 da papa Giovanni Paolo II e 1 ottobre 2000 proclamata santa.
1876…. Rapita, fatta schiava e venduta pi? volte.
1882…. Venduta al console italiano Calisto Legnani.
1885…. il viaggio verso l’Italia. Donata ad Augusto Michieli.
1888…. Ospitata a Venezia presso il Catecumenato fondato delle Suore Canossiane.
1890…. 9 gennaio: battesimo, cresima e la prima Comunione a Venezia.
1893…. Novizia canossiana – Venezia.
1896…. prima professione religiosa- Verona.
1902…. tresferimento a Schio.
1927…. 10 agosto: professione perpetua – Mirano Veneto (VE).
1947…. 8 febbraio, ore 20.10 – santa morte a Schio ( 11 febbraio – funzioni funebri).
1978…. 10 dicembre: papa Giovanni Paolo II emmette il decreto sull’eroicit? della virt? della Serva di Dio, Giuseppina Bakhita.
1992…. 17 maggio: proclamata beata in Piazza San Pietro.
2000…. 1 ottobre: canonizzata e iscritta nell’album dei Santi di Giovanni Paolo II.
La Festa liturgica di Giuseppina Bakhita – 8 febbraio.
Le parole di Bakhita stessa:
“Dessi tutto al “mio Paron”: ci penser? Lui di me..”
“O Signore, potessi io volare laggi?, presso la mia gente e predicare a tutti a gran voce, la Tua bont?! Oh, quante anime potrei conquistarti! Fra i primi, mia mamma, mio pap?, la sorella mia, ancora chiava… F?, o Ges?, che tutti, tutti i fratelli africani Ti conoscano e Ti amino”.
“La Madonna mi ha protetta prima ancora che io l’ha conosciuta“.
“H Ricevetti il santo Battesimo con gioia s? grande che solo gli angeli portebbero descrivere.”
“Non ? bell quello che mi sembra pi? bello, ma quello che desidera il Signore!”.
“Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita, e anche quelli che mi hanno torturata, m’inginocchierei a baciare loro le mani, perché, se non fosse accaduto ci?, non sarei ora cristiana e religiosa…”
“Posso dire certezza che il fatto che non ero morta ? un miracolo che fece il Signore, il quale mi ha destinata per le cose maggiori”.
“Quando uno vuole tanto bene l’altro, desidera essere vicino all’amato: perché dunque avete cos? tanta paura della morte? La morte ci conduce a Dio”.
“Il Signore mi ha molto amato: dobbiamo amarci l’uno l’altro… ? necessario essere compassionevoli e perdonare!”
Alle consorelle, tristi attorno al suo letto, aveva assicurato: “No, no, non siate tristi, io sar? ancora con voi. Se il Signore me lo premetter?, dal paradiso mander? tante grazie per la salvezza delle anime”.
Tantissime persone ricorrono all’intercessione di santa Giuseppina Bakhita, e il Signore si compiace di concedere le grazie attraverso questa umile figlia dell’Africa.
Santa Giuseppina Bakhita, prega per il mondo intero
e ottieni per esso il dono della pace
e la gioia di servire il tuo e il nostro Signore”