Per ora conviene vivere pellegrine e distaccate da tutte le cose di questo mondo; verrà un giorno che non ci divideremo mai più, se Dio ci farà la grazia di andare in Paradiso.
Maddalena, illuminata dalla Parola di Dio, comprende la sua missione e nel 1799 redige ?Il Piano? che svela la grandezza del suo cuore apostolico. Presenta il suo Piano al Vescovo Avogadro a Verona, che – contrario all?inclinazione di Maddalena verso la cura del malati – incoraggia lei di aprire senza indugio la Scuola della Carit? a Verona.
Al principio del 1799 Maddalena raccolse due fanciulle esposte ai rischi della strada e le ospit?, a sue spese, provvisoriamente presso una sua compagna.
Nel marzo 1802 le alloggi? in una casa nel quartiere dei Filippini e vi aggiunse una terza giovanetta di nobile famiglia, finita “in un luogo scellerato”. Riusc? poi a convincere altre due compagne a mettersi a servizio delle ragazze ed acquist? un aloggio in parrocchia di San Zeno, il quartiere pi? lurido e malfamato della citt?, con l’intenzione di aprire una scuola anche per le alunne esterne.
Lei, purtroppo, doveva dimorare ancora a palazzo. Ma passava quasi tutta la giornata con le sue ragazze non disdegnando di lavarle, pettinarle e nettarle anche degli insetti.
Dopo alcuni anni ? stata “sciolta dai suoi legami” (la morte degli zii, il nipotino Carlino fu affidato non pi? a lei ma ad un precettore) e si diede a cercare l’edificio adatto per le regazze abbandonate. Gli occhi le caddero, sempre nel rione di San Zeno, sul monastero di Santi Giuseppe e Fidenzio, passato al demanio, dopo la soppressione delle Suore Agostiniane. Dopo due anni di stancanti insistenze prima di avere in mano il decreto di cessione, emesso in data 1 aprile 1808. La marchesa fece eseguire le riparazioni pi? urgenti e vi install? le sue ragazze e le maestre.
Al mattino dell? 8 maggio 1808, nella terza Domenica di Pasqua e nella Festa patronale di San Giuseppe, il gran sogno di Maddalena di Canossa diventa realt?: essa si installa in questo convento assieme alle sue educande. Poi, per alcuni anni viene assistita da Leopoldina Naudet (che in futuro diventer? fondatrice delle Suore della Sacra Famiglia) assieme alle sue compagne, attendendo che il piano di Dio apparir? pi? chiaro.
Per Maddalena questo evento ? di massima importanza. L?Istituto che Dio voleva da lei, nasce proprio oggi. E lei ha 34 anni.
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Nel 1812 ritorna a Venezia per via dei Fratelli Cavanis. Dopo aver sbrigato l?affare, mentre si prepara di ritornare a Verona, viene presuasa da alcuni suoi amici di rimanerci ancora. Si lascia convincere che la citt? lagunare abbia gli stessi bisogni che Verona. Trova un piccolo locale e fonda la sua opera a Venezia.
Maddalena, incoraggiata pi? volte dalla contessa Carolina Durini ( nobile dama tutta dedicata alle opere di carit?), prima di accettare questa proposta dialoga con lei a lungo e risponde che la accetter? soltanto con la condizione che alla vedetta verr? assicurata una spiritualit? e il sistema uguale come a Verona.
L?opera inizia nel 1816, per? si deve attendere sette anni prima di ricevere l?approvazione canonica (1823). Marchesa di Canossa, allora, si decide di fondare una nuova casa a Bergamo. L?avvocato Zeverio Gavazenni, dopo aver conosciuto la struttura dell?opera, anche lui lo desidera a Bergamo. Nel 1820 Maddalena apre la casa in questa citt? e ne riceve l?approvazione canonica ancora nello stesso anno.
La fondazione a Trento e legata alle le persone di pezzo grosso, che assieme all?opera Canossa contribuirono al bene della Chiesa in questa citt?. Tra esse c?erano: l?Arcivescovo Carlo Emanuele dei Conti Sardagna, il vicario capitolare a Trento; gran filosofo e fondatore Antonio Rosmini e sua sorella Margherita Rosmini. Il 21 giugno 1828, Maddalena e Margherita Rosmini, sono testimoni dell?inaugurazione dell?Istituto a Trento, con l?assenso del Vescovo Francesco Saverio Luschin.