kanosjanki

L’unico mio conforto si è l’infinita MISERICORDIA del SIGNORE, nelle cui braccia pienamente mi abbandono, e la CLEMENZA di MARIA Santissima, la quale, non avendomi abbandonato in vita, mi dà tutta la speranza che intercederà per me presso il Suo Figliolo, anche nel punto estremo, dal quale dipender deve la mia eterna felicità.

S. Maddalena di Canossa
Sorelle Erminia Cazzaniga e Celeste de Carvalho

Sorelle Erminia Cazzaniga e Celeste de Carvalho – le martiri canossiane

Assassinate vicino Dili, la capitale del paese, il 27 settembre 1999, durante gli disordini scoppiati dopo il referendum circa la decisione di riacquisto dell’indipendenza del Timor l’Este.

I corpi degli uccisi (con le Sorelle erano altre sette vittime)  erano in uno stato tale che si decise del funerale immediato. Esso ebbe luogo a Los Palmos, il luogo del massacro. La famiglia di sor. Erminia Cazzaniga chiese di portare le sue salmi in patria cio? in Italia.

Durante il funerale degli uccisi – sorelle Erminia e Celeste, tre seminaristi, giovane studente di teologia, due ragazzine orfane e il reporter di un giornale giapponese – il vescovo Basilio Do Nascimento disse: “Perché hanno uciso queste persone? Noi non lo sappiamo. Loro erano qui per aiutare ognuno. Non erano i nostri nemici“.

Ambedue le sorelle furano educatrici dei giovani, piene di entusiasmo per loro. Dedicavano il tempo e l’attenzione a loro anche dopo la scuola. In quel giorno funesto le sorelle erano pienamente consapevoli del pericolo. Ciononostante sono andate per portare cibo e medicine alle persone scappate nelle montagne per fuggire dalla crudelt? degli squadristi, mentre questo aiuto era gravemente proibito dagli ultimi.

In commemorazione dell’offerta della loro vita ai estremamente bisognosi, a Dili venne aperto il centro nominato “Giustizia e pace”. L’obiettivo di questo centro ? la promozione delle persone con la fondazione dei nuovi posti di lavoro come tra l’altro la costruzione delle nuove scuole e degli ospedali.

Nell’anno 2000 le Sorelle Erminia e Celeste ricevettero da parte della fondazione “Giustizia e pace” il titolo postumo “Servitores Pacis”.