Vorrei poteste dire che vi andate di giorno in giorno avanzando nella perfezione e santità, e così alla mia venuta farmi... quattro miracoli!
Hong Kong 12 aprile del 1860
Rilegendo la nostra storia alla luce della fede possiamo riconoscere i segni della Provvidenza di Dio, nascosti negli eventi
e nelle persone, che nelle mani di Dio diventano degli strumenti nel suo piano divino. Questo si rende visibile anche all’inizio dell’espansione dell’Istituto oltre le frontiere dell’Italia.
Ci troviamo nell’epoca di rinnovamento della vita religiosa e missionaria della Chiesa cattolica del XVIII. Anche in Italia il richiamo a portare la salvezza alle nazioni viene avvertito nei seminari e negli Istituti religiosi maschili e femminili.
Nel 1850 mons A. Ramazzotti, vescovo di Pavia di allora, esortato dal papa Pio IX e sostenuto dal consenso dell’Episcopato della Lombardia, fonda il Seminario per le Missioni Estere (attuale PIME). Da questo seminario partoni i primi missionari per l’Oceania (1852), per l’India (1857), per Hong Kong (1858). Ramazzotti, che nel fratempo ricevette dalla Superiora delle Figlie della Carità di Milano (Margherita Crespi) la fondazione a Pavia (1852) e che sperimentò lo zelo dello spirito della Superiora della nuova comunità, madre Luigia Grassi, si rivolge a lei per fondare una comunità canossiana in India
e in Hong Kong, desiderando una collaborazione con i suoi missionari.
Lo lancio apostolico senza frontiere, attivo nel carisma canossiano, subito libera le energie della disponibilità nella persona di Luigi Grassi. Tuttavia questo non fu ancora un tempo giusto. La superiora della Casa Madre a Verona, alla quale Grassi presenta la richiesta del Vescovo, si esprime così: “… Non si spegne in me neanche per una iota il desiderio di diffondere l’Istituto per la Divina Gloria e per l’aiuto delle anime, per cui lo scopo – credo – la Divina Provvidenza disporrò in un modo migliore per un adeguata formazione delle persone chieste”.
L’approvazione della Sede Apostolica giunge soltanto dopo un periodo di tempo, sollecitata da Ramazzotti stesso, nominato nel frattempo il patriarcha di Venezia. All’inizio del 1860 per l’Istituto delle Figlie della Carità si apre la strada di un’espansione nelle nazioni. Madre Grassi invita le sorelle che si sentono chiamate dal Signore ad aderire all’impresa,
di scriverci una richiesta. I primi documenti della Casa di Pavia testimoniano che tutta la comunità assieme scrive tale richiesta. Dopo un prudente esame della questione vengono scelte quattro giovani sorelle: 27-enne Maria Stella, 34-enne Rachele Tronconi, 29-enne Giuseppina Testera, 22-enne Giovanna Scotti. A loro si aggiungono dalla Casa di Venezia: 40-enne Lucia Cupis e 20-enne novizia, Claudia Compagnotti.
28 febbraio del 1860 le prime Figlie di Maddalena di Canossa lasciano l’Italia per portare la Buona Novella su Gesù e le opere della Sua misericordia nella missione a Hong Kong, dove giungono 12 aprile dello stesso anno. Sono le prime suore italiane che sono giunte a Lontano Oriente, e a causa della mancanza del governo, le seconde che sono partite per la missione. In questo modo realizzano il motto della Fondatrice, santa Maddalena di Canossa:
“GESU’ NON E’ AMATO PERCHE’ NON È STATO CONOSCIUTO.
FATELO CONOSCERE AGLI ALTRI AFFINCHE’ SIA AMATO”.
Manca a loro qualsiasi preparazione e le lettere, piene di fiducia nelle Sue Superiore in Italia rivelano le sofferenze e le difficoltà. Eppure nei loro cuori risuona “il desiderio” del Crocifisso e la volontà di imitare la Carità senza frontiere, lasciando tutto, pronte a tutto, gioiendo in mezzo ai travagli sperimentati. Anche se è bene il tenere nascosto il segreto del re… e anche lodevole il rivelare e dimostrare le opere di Dio il che si esprime con umili inizi segnati dall?indigenza e dalla mancanza di un sostegno, in una delicatissima fedelt? alla Regola e allo spirito dell’Istituto. In uno zelo audace le missionarie non badando agli ostacoli della lingua o della cultura. Questo dà subito l’inizio – in una casa affittata – alla scuola di lingua inglese (1 maggio 1860) e poi all’orfanatrofio per le Cinesi e l’Euro Asiate. La vita e il sacrificio della gioiosa e umile Lucia Cupis suscita in un breve tempo simpatia, portando frutto di collaborazione dei buoni laici e dando lievito per le prime adrenti vocazioni laicali.
Nel 1868 le Canossiane giungono Grande Cina, Han-Kow e vanno oltre, e ci rimangono fino al tempo della loro espulsione nel 1950.